Anche in Italia arriva il voto elettronico. Il Ministro degli Interni, di concerto con il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, ha adottato il decreto che identifica le modalità attuative per l’impiego del Fondo per la sperimentazione del voto e dello scrutinio elettronico. Inoltre, sono state approvate le linee guide per l’avvio alla fase di sperimentazione del voto elettronico a cui sarà possibile partecipare in vista delle prossime elezioni politiche ed europee e per i referendum.

Cos’è e come funziona il voto elettronico?

voto elettronico come funziona

Il voto elettronico, definito anche i-voting, consiste nella digitalizzazione della procedura di voto. In questo modo, gli aventi diritto avranno la possibilità di esprimere la propria preferenza elettorale in qualsiasi luogo si trovino. La nuova modalità di voto interesserà i residenti all’estero, gli studenti e lavoratori fuori-sede, persone in condizioni di salute particolari.

L’i-voting può essere espresso:

  • da qualsiasi dispositivo elettronico come computer, tablet o smartphone, di proprietà dell’elettore o dell’elettrice;
  • recandosi presso le postazioni messe a disposizione dagli Uffici elettorali più vicine alla sede degli elettori/elettrici.

Il voto potrà essere espresso mediante una web application alla quale sarà possibile accedere tramite la propria identità digitale.

Per quanto concerne la gestione del sistema di voto elettronico il Ministro degli Interni è l’unico personale autorizzato. L’Agid, Agenzia per l’Italia Digitale, e le Autorità per la sicurezza cibernetica nazionale, invece, sono preposti alla verifica dello sviluppo, dei requisiti tecnici e il corretto funzionamento prima di ogni sessione elettorale.

Rischi

Nonostante la carica innovativa del voto elettronico, l’i-voting è stato spesso considerato da molti come una modalità di voto inadeguata: dai tentativi di manomissione dei risultati elettorali alla violazione della privacy degli elettori, fino ai furti dei dati personali da parte di cyber criminali. Sono queste alcune delle ragioni che hanno spinto molti elettori dei Paesi in cui è già utilizzato a denunciare il sistema di i-voting.

Per garantire la sicurezza e l’efficacia del sistema del voto elettronico, è necessario che i singoli elettori siano tutelati. Il Ministro deve infatti in primis assicurare l’anonimato e la segretezza del voto.

Dal momento che il rischio di crimini informatici è elevato, è importante che la piattaforma di voto sia dotata di un efficiente sistema di sicurezza necessario sia a proteggere i dati personali degli utenti, sia a prevenire qualsiasi manipolazione informatica dei risultati elettorali.

Come partecipare alla fase di simulazione e alla fase di sperimentazione?

Come già accennato, il Ministro degli Interni ha previsto diversi momenti che precederanno e determineranno l’esito sull’adozione ufficiale del voto elettronico in Italia. L’obiettivo è quello di verificare il corretto funzionamento del sistema di voto e dello scrutinio elettronico.

La prima fase è quella della “simulazione”.

La simulazione del voto e dello scrutinio coinvolgerà  un campione significativo di elettori. Questa fase, però, sarà priva di valore legale.

Ottenuto l’esito della fase di simulazione, si potrà procedere alla sperimentazione dell’utilizzo del sistema di voto elettronico in un evento elettorale. In questo caso, la procedura avrà valore legale.

Per poter partecipare ad entrambe le fasi, gli interessati aventi diritto dovranno inviare una comunicazione all’Ufficio elettorale del comune in cui sono iscritti. Solo dopo tutti gli accertamenti del caso, l’elettore riceverà la qualifica che attesta il possesso del diritto di voto che, insieme all’identità digitale, consentirà all’elettore di votare.