L’adozione del cloud stava crescendo a tassi storici agli inizi del 2020 e poi improvvisamente, a marzo, essa è accelerata più velocemente di quanto si sarebbe mai immaginato, a causa dell’avvento della pandemia, e quindi l’obbligo del lavoro da remoto.

Gartner, la famosa multinazionale di consulenza strategica nel campo dell’IT, aveva previsto che il mercato mondiale dei servizi di cloud pubblico sarebbe cresciuto del 17% nel 2020, quando in realtà i fornitori di cloud hanno registrato una crescita dei ricavi del 47% anno su anno.

Questa adozione ha permesso a grandi team di incontrarsi in chat video, di diffondere nuove applicazioni nottetempo (molte erano legate alla pandemia), nel sistema scolastico di connettersi e insegnare virtualmente e nella vita privata di riorganizzare l’ambiente domestico.

Ma i rischi non mancano, ecco perché il nostro partner Checkpoint ha invitato tutti a seguire il suo Secure Cloud Summit, doveroso in un’epoca dove la sicurezza è una realtà da affrontare.

La realtà della cyber sicurezza

Sebbene questa rapida adozione del cloud fosse un motore per la crescita, la sicurezza è stata spesso un pensiero, poiché i team non avevano il tempo e le risorse per pianificare adeguatamente le loro implementazioni.

Allo stesso tempo, gli hacker stavano approfittando del fatto che i lavoratori, non tecnici, erano facili prede di attacchi durante il lavoro da remoto.

Nel primo trimestre del 2020, i media hanno riferito che le violazioni su larga scala sono aumentate del 273%, sia che si tratti di ransomware, attacchi di phishing o attacchi di forza bruta.

I fornitori di servizi cloud hanno una buona sicurezza che circonda le loro infrastrutture, nonché strumenti aggiuntivi disponibili a seconda delle necessità, ma non sono sufficienti.

La rapida accelerazione nel cloud ha effettivamente lasciato troppe organizzazioni vulnerabili agli attacchi, aperte a violazioni della sicurezza dovute a configurazioni errate e lacune di sicurezza da parte del cliente.

Questo tipo di situazione è ciò a cui si riferiva Gartner quando ha previsto che “fino al 2023, per circa il 99% dei guasti alla sicurezza cloud, sarà colpa del cliente”. Anche se colpa è un termine complicato, la realtà è che sia gli sviluppatori che i team di sicurezza erano e sono sempre oberati di lavoro e a corto di personale. Pertanto non potendo concentrarsi su tutto hanno preferito, almeno negli ultimi mesi, focalizzarsi sullo spostamento, dall’ufficio al lavoro da remoto, di interi team, perdendo di vista la sicurezza su altri fronti ugualmente importanti.

La sicurezza “del” cloud era gestita dai fornitori di cloud mentre la sicurezza “nel” cloud non era la priorità come avrebbe dovuto essere.

Il percorso verso la trasformazione del cloud

Il 2020 è stato un anno di cambiamenti per tutti noi; ci ha anche dato l’opportunità di cambiare il modo in cui lavoriamo e viviamo. Abbiamo imparato ad ottimizzare il nostro tempo e a stabilire nuovi metodi per entrare in contatto con gli altri.

Affinché questo cambiamento avvenisse con successo, le organizzazioni dovevano evolversi continuamente e adattarsi rapidamente. Questa crisi ha incentivato la necessità di sviluppare rapidamente nuove applicazioni per continuare a innovare e, in alcuni casi, rimanere a galla.

Tuttavia, con l’implementazione di nuove applicazioni e servizi mission critical, la sicurezza deve tenere il passo con la trasformazione del cloud in modo che queste organizzazioni, e le persone che dipendono da esse, non siano vulnerabili.

Secure Cloud Summit: l’evento

Mercoledì 14 ottobre durante il Secure Cloud Summit, è stata esplorata la dimensione della sicurezza nella trasformazione del cloud. Fornitori di cloud, tecnologi, analisti e colleghi hanno condiviso le loro intuizioni e prospettive sul miglioramento di questa problematica, non solo per affrontare le esigenze di un’era pandemica, ma il futuro della moderna forza lavoro.

Un evento virtuale con vari speech dalla cybersecurity all’AI e il ML, passando per argomenti critici di largo interesse: tipi di vulnerabilità, stato di conformità e configurazioni errate.

Insomma, una full immersion in cui riflettere sul passato e progettare un nuovo futuro.

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